Olimpiadi Parigi: Federica Pellegrini su “caso boxe” caccia alle streghe fa vomitare

Un “tema ultradelicato“. Così Federica Pellegrini, a Parigi alla sua prima Olimpiade fuori dall’acqua, come membro del Cio, nell’intervista rilasciata ad un noto quotidiano commenta il “caso boxe” divenuto tale dopo l’incontro tra l’azzurra Carini e l’algerina Khelif.

“L’algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media – sottolinea Federica – ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura, magari sfiorano il doping e allora l’unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere“.

Io – spiega – sono inclusiva sempre e a prescindere, nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere perché significa che ha trovato il proprio benessere, ma poi non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile. I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione. Per troppo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta“.

Ed ancora, su Carini: “Le ho parlato la sera prima del combattimento. Le ho detto: ‘Mi spiace tu sia costretta a gareggiare nel caos‘. Lei era motivata, ripeteva ‘sono pronta, ce la metto tutta’. È un’atleta, reagisce in questa modalità, ma Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l’avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alle streghe non si sopporta e mi fa vomitare.

Sui pugni molto forti subiti dall’azzurra, che ha deciso per il ritiro dopo 46 secondi: “esistono le caratteristiche di base, ci sono tanti avversari ingiocabili, almeno in un dato momento. Se mi fossi mai tuffata contro Katie Ledecky nei 1500 metri avrei perso prima di iniziare e non ci avrei magari provato perché in quella distanza è infinitamente più forte di me. Detto ciò ognuno ha diritto di decidere quale è il limite per se’ e l’azzurra non è da criticare perché si è ritirata“.

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