“Premiamo la cover del nuovo album di Cesare Cremonini, Alaska Baby, per la chiara ispirazione artistica legata alla storia della sua creazione: l’aspetto visivo vuole rappresentare la rinascita del cantante raccontata nel disco, attraverso l’intreccio tra viaggio fisico e interiore…”.
Inizia così la motivazione con la quale la testata di arte e cultura contemporanea Artribune ha premiato al copertina di “Alaska Baby” l’ultimo album di Cesare Cremonini.
L’artista ha ufficializzato sui social la sua soddisfazione, riportando la motivazione e, soprattutto, condividendola con chi ha collaborato nel percorso creativo.
La cover, infatti, è stata “realizzata insieme a Davide Mosconi, Stefano Romano e Apart – scrive Cremonini – (con cui collaboro da dodici anni e con cui condivido un percorso che parte da La teoria dei colori, passa per Logico e Possibili Scenari e arriva fino a qui)”.
Alaska Baby, l’ottavo album in studio del cantautore, è stato pubblicato il 29 novembre scorso. Composto da 12 tracce, è stato registrato nei Mille Galassie Studios di Bologna e British Grove Studios di Londra, con la partecipazione di Mike Garson e Nick Patrick.
Parlando del significato del progetto, Cremonini aveva sottolineato, tra l’altro “ho scoperto quello che volevo fare con Alaska Baby strada facendo, durante la sua realizzazione.
Perché l’opera a volte è una sorta di stella polare che inizi a seguire e ti porta dove vuole lei”.
Tornando alla cover premiata, Artribune motiva ancora:
“Così, su uno sfondo bianco e minimale come la neve dell’Alaska, due sfere colorate si uniscono a formare un simbolo ispirato alla Tomba Brion dell’architetto e designer Carlo Scarpa, visualizzazione dell’incontro e dell’unione dei due opposti in un’unica anima. Le due sfere si fondono e i loro colori richiamano quelli delle aurore boreali, scelte come riferimento visivo da Cremonini per donare al progetto un’identità in grado di legarlo fortemente al suo vissuto”.