10 agosto: Giornata Mondiale del Leone. WWF, in un decennio popolazione dimezzata

In quanto predatore ai vertici delle catene alimentari, il leone africano (Panthera leo) è fondamentale per l’integrità e la stabilità degli ecosistemi.

I leoni sono sia indicatori dello stato di conservazione degli habitat, sia specie ombrello (specie la cui presenza determina una serie di effetti positivi per molte altre specie).

Il drammatico declino delle popolazioni di questo felino può determinare effetti negativi a catena su diversi ecosistemi e sulla loro capacità di offrire servizi essenziali anche all’uomo.

Lo ricorda il WWF in occasione della Giornata mondiale dedicata al leone (World Lion Day), che ogni anno si celebra il 10 agosto.

La scomparsa dei leoni comporta la perdita di un ruolo fondamentale negli equilibri degli ecosistemi dove il predatore vive.

Questo comporta effetti su altre specie con conseguenze dirette sulla vegetazione e sulla diffusione di malattie in assenza dell’azione regolatrice del felino. Il degrado degli habitat riduce la capacità degli ecosistemi di fornire acqua, cibo e molto altro ancora.

Ma l’importanza dei leoni non finisce qui: la presenza di questo felino in natura si è dimostrata fondamentale per sostenere economie locali connesse al turismo naturalistico, un’attività fondamentale per il PIL di molti Paesi fragili.

Nonostante la loro importanza ecologica, economica e culturale, i grandi felini come i leoni sono tra le specie più minacciate al mondo. Il loro futuro è messo a rischio dallo sfruttamento del loro habitat da parte dell’uomo – e dagli inevitabili conflitti che ne conseguono – dal bracconaggio, dalla scomparsa delle prede e dal commercio illegale.

La conservazione di queste specie così iconiche ma anche così importante per gli equilibri dei sistemi naturali è oggi più urgente che mai.

I leoni attualmente occupano il 10% della loro area di distribuzione storica e la loro popolazione si è ridotta solo negli ultimi 25 anni del 50%.

Conservare i leoni e più in generale la biodiversità in un Pianeta sempre più intensamente occupato dall’uomo e dalle sue attività può sembrare una sfida impossibile. Lo è sicuramente se l’uomo non deciderà di concentrare gli sforzi necessari, mettere in gioco tutte le possibilità e stimolare tutti gli stakeholder utili a creare le condizioni di successo.

Tra tutti gli attori, oggi come oggi, i settori della finanza e dell’economia svolgono un ruolo cruciale che non è stato ancora adeguatamente messo in gioco. È ormai un dato acquisito che oltre la metà del PIL mondiale è strettamente collegato alla disponibilità di risorse naturali e in Europa il 72% delle aziende è dipendente da almeno uno dei servizi degli ecosistemi mentre il 75% dei prestiti bancari è concesso ad imprese altamente dipendenti dalla biodiversità (BCE 2023).

Non a caso il trattato globale sulla biodiversità di Montreal chiede proprio agli attori economici di contribuire in maniera sostanziale alla Conservazione di specie ed ecosistemi fermando la continua estinzione di animali e piante.

Gli strumenti attivabili in questo senso sono diversi, da prestiti per azioni rivolte alla conservazione e alla sostenibilità (ad esempio piccolo grant per le comunità che contribuiscono alla conservazione della natura ma non solo) all’emissioni di vere e proprie obbligazioni, azioni e crediti.

Nel 2022 la Banca Mondiale ha emesso il primo bond al mondo dedicato alla fauna selvatica (Rhino bond), raccogliendo 150 milioni di dollari che saranno utilizzati per la conservazione dei rinoceronti neri in due riserve in Sudafrica. I rendimenti di queste obbligazioni quinquennali saranno determinati dal tasso di crescita della popolazione di rinoceronti. All’epoca, la stessa Banca Mondiale aveva dichiarato di sperare che il modello venisse emulato.

Pochi mesi fa, una delle più grandi banche commerciali africane, cogliendo l’insegnamento, ha dichiarato di voler vendere 200 milioni di dollari di obbligazioni per contribuire alla reintroduzione dei leoni nel Parco Nazionale del Limpopo in Mozambico.

Un altro importante strumento per la conservazione della biodiversità, che potrà presto andare in soccorso a specie in via d’estinzione, sono i Biodiversity credit, veri e propri crediti emessi contabilizzando un miglioramento dello stato di specie ed ecosistemi dovuto ad azioni di conservazione e di ripristino. I Biodiversity credit possono essere messi sul mercato per soddisfare il desiderio di attori privati (e non solo) di contribuire al miglioramento dello stato della biodiversità nel mondo.

Tutte queste azioni sono cruciali per avviare un’economia di mercato che anziché distruggere la natura, condannando all’estinzione specie uniche come i leoni, possa contribuire al suo ripristino, calcando il solco di un approccio Nature Positive come indicato dall’accordo di Kunming –Montreal per la conservazione della biodiversità a livello planetario.

Il WWF si augura che entro il 2050 la perdita di biodiversità sia definitivamente arrestata e l’umanità sia definitivamente avviata verso un percorso Nature Positive dove le giornate mondiali dedicate ai leoni possano solo celebrare la loro ripresa.