Festa amara quest’anno per il Carbonara day con il prezzo della pasta che è aumentato del 20% rispetto allo scorso anno per effetto delle tensioni internazionali e dei rincari energetici, ma a crescere sono stati anche uova, formaggio pecorino e guanciale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Emerge dall’analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi a marzo 2023 divulgata in occasione della Giornata internazionale della carbonara che si festeggia il 6 aprile in tutto il mondo.
A crescere a doppia cifra sono anche i prezzi delle uova che sono rincarate del 22% ma pure pecorino e guanciale sono quest’anno più cari entrambi del 9%, mentre il pepe si ferma all’8% in più.
Aumenti in netta controtendenza con quanto avviene in campagna dove il grano duro per la pasta è stato pagato a appena 36 centesimi al chilo in calo del 35% %, alla borsa merci di Foggia, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento e con la produzione nazionale in grande difficoltà a causa della siccità.
Alla stangata sulle tavole nostrane si aggiungono i problemi causati all’estero dalle versioni storpiate che sviliscono la vera ricetta di uno dei piatti simbolo della cucina italiana candidata a patrimonio dell’Unesco.
Il risultato è che la pasta alla carbonara servita nei ristoranti degli altri Paesi viene taroccata in quasi tre casi su quattro (74%).
Nelle cucine di case e ristoranti stranieri, a partire da quelle degli Stati Uniti accade infatti che si utilizzino bacon al posto del guanciale, Romano Cheese di latte di mucca invece del Pecorino, panna e butto al posto delle uova, o persino basilico e piselli surgelati.
Nonostante ciò c’è ancora chi afferma, come fatto dal quotidiano britannico Financial Times che la vera carbonara l’hanno inventata proprio gli americani usando le razioni K della seconda guerra mondiale.
La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre peraltro terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che vale oggi 120 miliardi di euro ed è causa di danni economici, ma anche di immagine.
L’origine del nome di pasta alla Carbonara è in realtà incerta, dai movimenti carbonari a Carbonia, località sarda originaria di un cuoco che lavorava a Roma, fino all’aspetto conferito dal pepe che, aggiunto alla pasta, assomiglia al carbone.
Per preparare la ricetta tradizionale occorre tagliare il guanciale a dadini e rosolarlo in una padella con poco olio fino a farlo divenire trasparente mentre a parte si grattugia il pecorino romano da aggiungere in una terrina con due uova sbattute e una manciata di pepe, amalgamando gli ingredienti per ottenere un condimento cremoso.
La pasta cotta deve essere versata in padella e fatta saltare con il guanciale per un minuto per poi aggiungere il condimento mescolando molto rapidamente con il cucchiaio di legno per poi spegnere il fuoco e servire la pasta.