L’arte che dà la mano all’arte. E’ un percorso emozionale e razionale quello di “ContemporaneaPrèce” la performance di danza nata per essere rappresentata negli spazi alternativi al teatro.
Undici rappresentazioni pensate per il circuito museale dell’Umbria – uguali e sempre differenti – culminate al Museo Nazionale del Ducato nella Rocca Albornoziana di Spoleto, nelle quali il contenitore ha valorizzato il contenuto e viceversa.
Una iniziativa che ha anche ben anticipato la Giornata Mondiale del Turismo, il 27 settembre, facendo riflettere su quanto il patrimonio artistico di cui, fortunatamente, l’Italia è ricca possa essere vissuto ed offerto in maniera alternativa.
I visitatori, insieme al biglietto d’ingresso, hanno avuto la possibilità di godere, tra le più diverse testimonianze artistiche statiche, del “racconto dinamico” di uno squarcio di vita.
“ ContemporaneaPrèce” , sottolinea Sara Marinelli che ha ideato la performance e ne ha curato regia e coreografia è una “preghiera laica, che nasce dall’esperienza personale di una ritrovata spiritualità”, una visione diventata un comune denominatore per molti.
E’ stato così sul fronte produttivo, perché la regista e coreografa – professionista del mondo della danza da curare corsi ad altissimi livelli in tutta Italia – ha coinvolto nella realizzazione della performance il Maestro Andrea Rellini che ha composto ed eseguito la musica e l’attore Claudio Massimo Paternò, autore dei testi recitati in scena e tradotti nella lingua dei segni da Claudia Guarino, anche lei parte della performance.
Tutti hanno messo le emozioni derivanti dal proprio vissuto nella stesura della pièce, risultata un lavoro corale.
Il progetto, sostenuto con fondi istituzionali per la valorizzazione dello spettacolo dal vivo, ha così raggiunto l’ulteriore obiettivo di emozionare in primis chi lo ha proposto, insieme a chi ne ha fruito.
Di rappresentazione in rappresentazione il pubblico, stupito per l’originalità della proposta, si è emozionato, perché nelle movenze dei danzatori, esibitisi in coppia, ma intercambiabili nelle diverse date – Eleonora Cantarini, Michele Umberto Fuso, Marina Santucci, Margherita Verbeni, Donata Marcelli, Francesca Celesti – ha letto parte di sé, aiutato dal gioco di ombre, luci e colori del light designer Massimiliano Monsù.
Ognuno si porta dietro la fatica del vivere, la paura di non farcela, di sentirsi fuori dal mondo pur facendone parte; si affrontano esperienze dolorose, ci si ferisce i piedi nel percorso…
Tuttavia, ed è lo scatto che fa di “ ContemporaneaPrèce” uno spettacolo affatto triste, c’è la consapevolezza, scritta nel codice genetico, di non essere soli, di poter mettere a fattor comune la propria vita con quella di altri.
Basta semplicemente indossare un paio di scarpe, corazzarsi e farsi bagnare dall’acqua – raccolta simbolicamente nella bacinella in zinco, interprete anch’essa e non elemento scenografico – che è sudore, lacrime, liquido amniotico di nascita e rinascita.
Perché, alla fine, anche nel giorno più difficile “Finisce tutto, finisce…“ riprendendo casualmente a Spoleto la scritta lasciata su una delle pareti del museo della Rocca Albornoziana, un tempo luogo di pena per un popolo di carcerati che imprimevano sulle pareti momenti di sé.
Ovviamente ogni spazio che ha ospitato la performance le ha simbolicamente regalato un senso.
Il progetto di Sara Marinelli non si esaurisce qui. Ce ne sono altri, sottoposti al vaglio delle istituzioni, poiché per produrre spettacoli si ha necessità di produttori (e le tempistiche dei bandi per la concessione di finanziamenti sono difficili da preventivare) in attesa di poter fiorire… sull’onda della musica e della danza, della professionalità e della cultura.