“Sulla parete del mio studio ci sono scritte tre parole: disobbedisci, disapprova, disconosci. Io cerco di applicarle ogni giorno, cioè di essere un ragazzaccio ribelle”.
Anish Kapoor lo ha detto di sé e questo approccio, palese nella sua arte, è percepibile nella grande mostra in corso a Firenze, a Palazzo Strozzi, visitabile fino a febbraio 2024.
A cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, propone un percorso tra monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un coinvolgente dialogo con l’architettura e il pubblico.
Il celebre maestro, che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea, è avvezzo nel suscitare le reazioni di chi guarda, attraversando le età.
Prova ne è la meraviglia suscitata nella marea di visitatori che affollano le sale, compresi i bambini che cercano di interpretare le installazioni alla luce della loro esperienza … mediata dalla fantasia.
Attraverso le opere storiche e le più recenti, tra le quali la “stanza” appositamente ideata per dialogare con l’architettura del cortile rinascimentale, l’irreale (unreal) dell’arte di Kapoor si mescola con l’inverosimile (untrue) e la mostra diviene un invito a entrare in dialogo diretto con la sua versatilità, dualismo, discordanza, entropia, effimerità .
Palazzo Strozzi diviene una sorta di palestra, nella quale il pubblico si allena a vedersi “riflesso” su superfici concave o convesse, oppure “raccontato” nelle installazioni che costringono a fermarsi ed aspettare, a cercare connessioni, a scardinare certezze, a far lavorare, libera, la fantasia.
Anish Kapoor invita a esplorare un mondo in cui i confini tra vero e falso si dissolvono, aprendo le porte alla dimensione dell’impossibile.
In un mondo in cui la realtà sembra sempre più sfuggente e manipolabile, questo artista unico sfida a cercare la verità oltre le apparenze, invitando a esplorare il territorio dell’inverosimile e dell’irreale, untrue e unreal.