Un libro sull’identità dell’Umbria che diventa una mostra, così visitata da spingere ad una proroga rispetto alla data annunciata come conclusiva.
Il complesso museale San Francesco di Montefalco – uno dei più visitati dell’intera regione – da qualche mese sta facendo da contesto all’esposizione fotografica tratta da “Umbria. Patrimoni”, volume edito da Maggioli Cultura e Turismo, contenente le 160 immagini scattate dal comunicatore Giovanni Tarpani e gli scritti dello storico dell’arte Elvio Lunghi.
Un progetto che segue e completa quanto iniziato con “Umbria. Eredità”, prima tappa di un percorso che ha puntato a raccontare una terra attraverso il complesso di beni artistici, architettonici, naturali che ne diventano tratto identitario e identificante. Per il visitatore, ma anche per chi, in questo contesto, vive ed opera.
E’ la prima volta, o almeno una delle pochissime volte, in cui lo spirito di un territorio viene cercato e mostrato nei suoi castelli, abbazie, borghi, chiese, musei e nelle opere artistiche, più o meno note, in essi custoditi. Il tutto mediato dall’occhio di chi, a diverso titolo, fruisce di un patrimonio così variegato.
Ed ecco, allora, che i frutti dell’ingegno e della capacità umana, vanno oltre il loro valore materiale o immateriale, per acquisire una forza comunicativa senza pari che oltrepassa l’epoca di appartenenza, per adattarsi ai ritmi della contemporaneità.
Una selezione delle immagini di questi patrimoni, appunto, esce dalle pagine dei libri di Tarpani e Lunghi e colora le pareti di una porzione del museo San Francesco, laddove un tempo i frati trasformavano l’uva in vino, ampliandone la funzione e spalancando finestre su luoghi d’Umbria da voler vedere e vivere “dal vivo”.
Uno stimolo ben colto da chi “Umbria. Patrimoni” e il precedente “Umbria.Eredità“, lo ha sfogliato e letto, ma anche da chi lo ha percepito aggirandosi tra le foto appese, quasi grandi e grandissimi trompe-l’oeil che restituiscono la tridimensionalità di una regione tanto reale e tangibile quanto ancora poco conosciuta.
L’operazione dell’editore, supportata e favorita dalla professionalità maturata nei diversi ambiti di appartenenza degli autori del libro, è promuovere l’Umbria in un modo diverso.
Si supera il concetto riduttivo di “cuore verde” d’Italia, confinato ad una mera connotazione geografica o addirittura gastronomica, per trovarlo nei beni culturali e nella cultura.
Il pubblico che ha percorso le sale del complesso museale di Montefalco lo ha compreso e, se di bilancio si deve parlare, visto che la mostra si avvia alla sua conclusione all’indomani della Pasqua, è di sfida vinta
Tanto “Umbria. Eredità“ che “Umbria. Patrimoni” – con la mostra a corredo – hanno attraversato e restituito luoghi noti e meno noti di una terra spirituale e viva, dove conoscere opere straordinarie che appartengono alla memoria collettiva e si fanno comunità.
L’invito ad un viaggio incredibilmente unico in un contesto nel quale una comunità pulsante, viva ed operosa trova nel “saper fare” l’ispirazione e il desiderio di tramandare la sua immagine e la sua cultura.
Un circolo ideale in cui si rafforza l’attitudine a perpetuare e sopravvivere al tempo.