Lucio Corsi: “Volevo essere un duro” l’album… e la comunicazione fa ancora centro

Nelle forme di espressione credo che la cosa a cui si debba tendere è il cambiamento. In questo disco ho cercato una trasformazione soprattutto a livello testuale, cercando di non staccare più di tanto i piedi da terra. Ho cercato di cantare in maniera chiara e diretta di persone”.

E’ quanto scrive sui social Lucio Corsi, commentando l’uscita, il 21 marzo del suo album “Volevo essere un duro” dal titolo del brano portato in gara al Festival di Sanremo, arrivata al secondo posto, che rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest.

È un disco che parla di infanzia, di amicizia e di amore – scrive ancora Lucio – È un disco di ricordi veri e falsi, di personaggi del bene e del male, di località, che esse siano prati di margherite o squallide zone industriali“.

Un’affermazione di “normalità” che è quanto un pubblico sempre più ampio sta apprezzando. Sì, perché il cantautore toscano nel suo porsi in modo originale, al di là di qualunque moda, viene percepito come una novità assoluta.

Volevo essere un duro è nato strisciando sui marciapiedi, nascondendomi negli armadi o sotto le zampe dei tavoli – prosegue Corsi – girando tra i panni sporchi nelle lavatrici, appendendomi con le mollette ai capelli ai panni stesi, cercando ricordi non miei nei cappelli degli altri, cercando nuovi orizzonti nelle scarpe degli alti. Dopo circa due anni ho trovato nove canzoni diverse e le ho convinte ad andare ad abitare nello stesso palazzo. Così è nato il disco”.

A giudicare dalle reazioni dei followers, i nuovi brani stanno già facendo presa, anche perché in un mondo in cui tutti cantano di soldi, fama, donne e successo, lui parla di debolezza. Soprattutto, accettando ed esaltando la l’imperfezione, la valorizza.

Una filosofia che traspare nella sua immagine. Lucio piace anche perché se tutti vanno velocissimi, lui sceglie di pubblicare un video con una moto d’epoca, sul prato davanti a casa per annunciare di avere deciso di volare a Basilea all’Eurovision.

Lucio piace perché non indossa abiti firmati, ma quelli già usati e cuciti da solo. Un modo per far emergere ancora di più la semplicità.

Lucio non ha bisogno di effetti speciali, perché vuole comunicare emozioni vere.

Lucio sta dimostrando, post dopo post, che non occorre conformarsi alle tendenze per diventare di riferimento, perché il vero coraggio è la sostanza.

Perché mai, altrimenti, si sarebbe fatto ritrarre tra due poliziotti solo per annunciare l’avvio del suo percorso live!!!!