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“Noi Siamo Gli Altri”, la nuova ballad dei Negrita, profonda e viscerale che celebra l’autenticità e la libertà di pensiero, prepara la strada a “Canzoni Per Anni Spietati” il nuovo album in uscita a marzo.
Con un testo potente, i Negrita danno voce agli emarginati e ai liberi pensatori, riaffermando la loro identità e la volontà di andare oltre le convenzioni.
“Noi Siamo Gli Altri” – della quale è uscito anche il video ufficiale – è un punto fermo su chi sono e cosa vogliono dire i Negrita, un manifesto che rappresenta il cuore del concept album, un’ode alla resistenza e alla ricerca dell’autenticità.
“Viviamo un’epoca confusa e violenta e le semplificazioni continue non aiutano a capire la realtà delle cose, anzi, spesso le complicano – dice la band – Dire o sentire continuamente: destra o sinistra, rosso o nero, progressisti o conservatori, etc, non significa più niente.
I tempi sono cambiati, i centri di potere sono cambiati, ma è evidente che il detto “divide et impera” continua ancora a funzionare, infatti dividere in tifoserie per comandare meglio è un processo in atto ogni giorno qui in Occidente.
Molte parole come democrazia, giustizia o libertà stanno mutando di significato fino addirittura ad annullare o capovolgere il senso originale.
Noi Negrita, come molte altre persone, siamo stanchi di questa condizione e vogliamo dirlo, rimarcarlo a gran voce e addirittura cantarlo.
Non ci riconosciamo in queste semplificazioni bugiarde. Non siamo allineati e non ci sentiamo rappresentati da nessuno purtroppo, ma almeno abbiamo un pensiero libero.
Siamo dei liberi pensatori che fanno ormai fatica a sognare un mondo migliore, anche se non smetteremo mai di provarci. Noi siamo gli altri ”.
Il singolo era stato preceduto dal primo inedito “Non Esistono Innocenti Amico Mio”, presentato live durante la grande festa per celebrare i 30 anni di carriera dei Negrita, che si confermano una delle band più autentiche e critiche del panorama musicale italiano.
Il videoclip, ideato dalla stessa band, con la regia e il montaggio di Giacomo Ligi, riprese di Giacomo Ligi e Gabriele Bianchini, trasporta visivamente il messaggio della canzone: un’ode alla libertà di pensiero e all’autenticità, in un mondo sempre più frammentato.
Realizzato in bianco e nero e con la tecnica del time-lapse, vede la band immobile e silenziosa, in diversi scorci di Arezzo, la loro città: piazze affollate, stazioni, strade trafficate, mentre il mondo scorre rapido intorno a loro.
Un flusso incessante di persone, luci e movimenti.
Ogni tanto qualcuno si ferma a fare parte del gruppo de “gli altri”. Sono individui diversi per età, genere e stile, che scelgono di condividere per un momento la stessa immobilità della band, creando un contrasto con il caos che li circonda.
Questi momenti di connessione sottolineano il senso di appartenenza e di ribellione pacifica evocato nel testo.
Un dissenso silenzioso, la cui voce è affidata al testo della canzone che si intreccia con le immagini, dando voce agli “altri”, i liberi pensatori che non si accontentano e credono ancora nella forza delle canzoni.