“Sarebbe bello riuscirci: canzoni su misura per migliaia di cuori diversi!”.
I Pinguini Tattici Nucleari con un lungo post su Instagram ringraziano i fan che stanno apprezzando “Hello World” il loro settimo album.
Definito il più complesso della loro carriera è un album sulla dualità e sulla possibilità di non essere soli.
Dalla voce inziale in un luogo solitario, si passa infatti alla necessità di contatto con altro al di fuori del conosciuto e si conclude con la stessa voce che acquisisce consapevolezza di far parte di un coro e quindi di non essere sola.
Il pubblico lo sta comprendendo e, per questo, la band ringrazia.
“Grazie per questi giorni di Hello World – rimarcano – Spesso ci chiedete di scrivere delle canzoni su di voi, sulle vostre storie. Piano piano stiamo leggendo le lettere, le e-mail e i foglietti vari che ci lasciate, dove ci raccontate del vostro mondo.
A volte mi mandano canzoni fatte con l’AI in cui la mia voce “riprodotta” frega quasi anche me. Quasi. Perché la mia s non la fa giusta giusta, l’accento non lo fa giusto giusto, gli errori non li fa giusti giusti”.
E sulla possibilità che l’intelligenza artificiale sostituisca completamente il lavoro di composizione e interpretazione ” ….Ci vorrà ancora un po’ di tempo. Speriamo abbastanza da riuscire a leggere tutte le vostre lettere”.
“Hello World” ha l’ambizioso obiettivo di superare il successo di “Fake News”, l’album pubblicato due anni fa, portato in tour prima negli stadi e poi nei palazzetti, con un riscontro enorme.
Una impresa fattibile, visto che il successo dei Pinguini Tattici Nucleari deriva dalla capacità di raccontare onestamente una intera generazione.
“Non c’è strategia – hanno dichiarato in una recente intervista a proposito della nuova produzione discografica – a noi piace fare pezzi pop per indole, perché piace anche a noi sei stare a cantare quasi da ubriachi una canzone sotto il palco…
Questa cosa è fondamentale, e i pezzi in quel caso devono arrivare quasi subito. Dall’altra parte, ci sono canzoni come Migliore (dedicata a Giulia Tramontano – ndr), Piccola volpe, che hanno bisogno di un po’ più di tempo…ma niente è ricercato o costruito, ci sono solo delle anime diverse.
Non a caso siamo in sei, ci confrontiamo costantemente su tutto e questo si sente“.
“Il nostro sogno comune – hanno aggiunto nella stessa intervista – è mantenere questa cosa e farla durare, che forse sembra banale ma è probabilmente la cosa più difficile. Riuscire a fare un passo lungo, guardando l’orizzonte e stare ancora qui a fare della musica”.