
“Ho cominciato giovanissimo, a 15 anni. Suonavo tutte le sere, fino alle tre-quattro di notte. E cantavo…. Ora in effetti non c’è più la gavetta. Ci sono i talent, ma si prova e si canta. Non è una gavetta. Non c’è un ricambio, non c’è più la figura del musicista orchestrale che deve studiare e imparare un repertorio internazionale”.
Lo ha detto, tra l’altro, Zucchero, presentando alla stampa il suo ritorno a Roma, al Circo Massimo, il 23 e 24 giugno, a due anni dai cinque concerti sold out a Caracalla.
Da sempre, infatti, il fine principale dell’artista emiliano è stata la musica, capace di parlare più delle stesse parole, benché la stretta attualità possa spingere a “lanciare dei messaggi”. Come “le varie guerre in giro, o Putin, o Trump, gli accordi di pace, Gaza, Musk… ma parlarne ormai diventa un luogo comune”.
Perché, spiega ancora “ognuno ha le sue opinioni e a volte è preferibile non toccare certi argomenti se non buttarli lì in modo abbastanza sarcastico perché se li approfondisci non sai mai come arrivano. E poi, Pavarotti mi diceva sempre: ‘Te pensa a cantare e non rompere i co… Tutto questo non è qualunquismo, anche perché ci sono state varie occasioni dove sono stato al centro di polemiche per aver detto la mia. Purtroppo faccio presto a passare dalla ragione al torto. Non sono diplomatico. E poi…non cerco di portare il pubblico al mio mulino, se non con la musica. Non sono un influencer, sono tutto l’opposto di un influencer. Non amo la piaggeria”.
Una riflessione che porta ad un’altra considerazione: il rock impegnato non esiste più? “Direi di no – ha risposto ai giornalisti – il rock che senti adesso è molto annacquato. C’è stato un periodo che il rock mandava messaggi contro il sistema; ora manca questo impegno che prima era del rock, poi del rap. Ora manca totalmente. Chi è rimasto? Forse Springsteen, Bob Dylan. Uno dei nuovi che non mi dispiace può essere Salmo, con cui condivido diverse tematiche”.
A proposito, comunque del suo progetto, in cui “farò il repertorio con le hit che tutti vogliono sentire, ma ogni sera posso cambiare in base all’atmosfera che si crea nel posto”, sottolinea che è aperto al contributo di amici e colleghi musicisti anche internazionali
“Non riesci a pianificare prima, non sai se sono impegnati o meno – spiega Zucchero – se sono liberi non avranno problemi a venire. Mi piacerebbe venissero Bono, Sting, artisti che so che vengono volentieri, che sono amici”. E ancora Brian May dei Queen, Eric Clapton, Peter Gabriel.
“Sarà un concerto meno rock ‘n roll – conclude – ma i miei fan negli anni sono diventati più sofisticati…”.